Benvenuti sul sito dell'associazione culturale pecorenere di Berna (Svizzera).
Wilkommen auf der Webseite des kulturellen Vereins pecorenere aus Bern (Schweiz).



lunedì 28 marzo 2016


Venerdì 1° aprile al Breitsch-Träff proiettiamo il film «Alì ha gli occhi azzurri» di Claudio Giovannesi (2012). Ospite della serata il sociologo Adel Jabbar, esperto di interculturalità e integrazione.

Il film racconta la storia di Nader, un ragazzo di origini egiziane, in bilico tra il sentirsi arabo o italiano. Tra rapine con l’amico di sempre e l’amore per Brigitte, trascorre la sua adolescenza sul litorale romano. Quando il giovane decide di disubbidire ai valori della propria famiglia, contraria alla sua relazione con una ragazza italiana, Nader si ritroverà improvvisamente solo e confuso, in un viaggio all scoperta della propria identità. 
Il protagonista del film, Nader Sarhan, era già stato al centro di uno degli episodi del documentario «Fratelli d’Italia» girato dallo stesso Giovannesi. Nel titolo, «Alì ha gli occhi azzurri» cita un verso di una poesia di Pier Paolo Pasolini: Nader è figlio dei nuovi poveri, è il nuovo ragazzo di vita che abita le stesse periferie descritte da Pasolini. 

«Alì ha gli occhi azzurri è un film che vuole raccontare l’adolescenza nella società multiculturale italiana di oggi: la vitalità e la complessità dell’adolescenza, la turbolenta ricerca di un’identità, che l’origine non italiana del protagonista rende ancora più difficile. Nader, egiziano nato a Roma, diventa per me emblema della seconda generazione italiana: l’identità nel suo farsi, in bilico tra l’eredità della religione e della legge del padre e i costumi occidentali del presente italiano. Nader è in divenire attraverso questa sospensione, e il tentativo inconsapevole di conoscere se stesso diventa un racconto di formazione epico e quotidiano che dura sette giorni. A volte l’integrazione, nei territori più periferici, si confonde con l’omologazione, con la perdita della propria appartenenza culturale e religiosa, per sposare il presente nichilista della società dei consumi (…) Il punto di partenza di questo lavoro è stato proprio il conflitto che Nader viveva, come essere umano, prima di diventare personaggio.» (dalle note di regia di Claudio Giovannesi)

Nader (Nader Sarhan) und Stefano (Stefano Rabatti) sind sechzehn und beste Freunde. Während Stefano jedoch Italiener ist, wurde Nader als Ägypter in Rom geboren und fühlt sich immer wieder zwischen den Werten seiner konservativen Familie und seiner italienischen Identität hin- und hergerissen.


Il film è in lingua originale (italiano e arabo) con sottotitoli in italiano nelle parti in arabo.

Alla serata sarà presente il sociologo Adel Jabbar, che parteciperà a un dibattito moderato da Marina Frigerio.

Laureato in sociologia nel 1985, presso la Facoltà di Sociologia dell'Università degli Studi di Trento, Adel Jabbar è sociologo ricercatore nell'ambito dei processi migratori e interculturali. Ha insegnato sociologia delle migrazioni presso il corso di laurea in Servizi Sociali dell'Università Ca' Foscari di Venezia e al Master sull'immigrazione presso la medesima università (2000-2006). Attualmente collabora con vari enti e istituzioni nell'area della ricerca, della formazione e della mediazione culturale.

La proiezione inizia alle 20.30, alle 19.00 sarà servita la cena.

19 marzo 2016: «Lea» di Marco Tullio Giordana




Sabato 19 marzo al Breitsch-Träff di Berna in occasione della giornata in ricordo delle vittime delle mafie vi proponiamo una serata speciale. Proietteremo il film «Lea» di Marco Tullio Giordana.

Lea è una giovane donna calabrese, cresciuta in una famiglia di 'ndranghetisti, che si innamora dell'uomo sbagliato, egli stesso 'ndranghetista. Le sue radici non le hanno impedito di ribellarsi ad una vita che non vuole per se, ma soprattutto per la figlia. Questa scelta costerà la vita a lei e a suo fratello, ma i suoi insegnamenti non sono vani: l'ex compagno, nonché mandante del suo assassinio, è condannato all'ergastolo in via definitiva grazie alla testimonianza di Denise, sua figlia… la faccia bella della giovane Italia. «Lea», ispirato alla storia vera di Lea Garofalo, è un film duro, schietto, triste, ma che seppur nella tragedia lascia la porta aperta alla speranza per un futuro migliore.